IL FEUDO
Nell'anno 800 Carlo Magno era stato incoronato imperatore. Il suo impero comprendeva i territori che corrispondono ora alla Francia, Germania, Austria e Italia settentrionale. Per governare meglio questo vasto possedimento pensò di suddividerlo in tanti territori chiamati contee se erano all'interno dell'impero e marche se si trovavano ai confini. Le contee e le marche furono affidate dall'imperatore ai suoi capi guerrieri, affinchè le governassero, e traessero da quei territori le ricchezze e gli uomini necessari a mantenere potenti eserciti. I conti e i marchesi dovevano giurare fedeltà all'imperatore e, quando morivano, l'imperatore pensava a sostituirli con persone di sua fiducia. I conti e i marchesi dipendevano dunque dall'imperatore; essi venivano chiamati vassalli dell'imperatore. I vassalli, a loro volta potevano avere delle persone fedeli alle quali affidare una parte dei propri territori che vennero chiamati in moltissimi modi : valvassori , valvassini, baroni, a volte milites cioè soldati. Il sistema di potere era dunque affidato a dei rapporti personali di fedeltà e obbedienza. L'imperatore era il signore supremo, che comandava su un gruppo di signori di grado inferiore, i quali a loro volta avevano delle persone fedeli e così via. Ciascuno riceveva dal suo signore diretto un territorio da governare; questo territorio si chiamava feudo; chi riceveva un feudo veniva detto feudatario. Il feudo era costituito dall'abitazione del signore, cioè un castello vero e proprio che all'inizio era costruito in legno poi dopo il Mille in muratura, dalla chiesa, dalle botteghe degli artigiani che producevano tutti i beni e gli accessori necessari al sostentamento, dalle stalle, dai magazzini dove venivano conservate le riserve di cibo e gli strumenti di lavoro, dalle abitazioni dei servi, dai campi, dalle foreste, dalle vigne ecc. La caccia costituiva durante il tempo di pace, il massimo passatempo dei feudatari, ma anche un utile allenamento in previsione delle frequenti guerre. L'attività del signore consisteva nel governo del feudo, nell'amministrazione della giustizia e soprattutto nella guerra alla quale partecipava con i suoi vassalli come cavalieri e con i contadini come fanteria. Una parte importante dell'aristocrazia feudale era costituita dai cavalieri. I cavalieri erano i cadetti cioè i figli minori del signore feudale. Questi essendo esclusi dal feudo che spettava in eredità al promogenito, o erano costretti ad abbracciare la vita religiosa, o entravano al servizio di un altro signore nella speranza di guadagnarsi con il proprio valore un altro feudo. Oltre all'aristocrazia costituita dai signori feudali la società era divisa in altri due gruppi sociali: il clero e i servi della gleba. Il clero era costituito da vescovi, preti, abati e monaci. Essi si occupavano di questioni religiose e di culto, ma non solo di queste. Il clero aveva infatti anche delle funzioni politiche. I vescovi erano spesso i signori feudali delle città e quindi erano al tempo stesso pastori di anime e capi politici. I vescovadi e le abbazie inoltre erano proprietari di enormi territori: il clero quindi disponeva anche di un notevole potere economico. Poi vi erano i servi della gleba, cioè contadini che erano obbligati a coltivare le terre dei signori feudali e che in pratica provvedevano al mantenimenti di tutta la società. Le condizioni di vita dei servi della gleba erano assai misere: ogni bene (la terra, i boschi, i pascoli, le bestie, persino la cacciagione e l'acqua) apparteneva al signore. Per se essi potevano tenere solo una parte del raccolto, ma bastava un'annata cattiva per ridurre i contadini alla fame o portarli alla morte.
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