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Da quando avevo quattro anni, venivano ogni estate altri bambini
con le loro rispettive famiglie nell'albergo di mia nonna. Dietro casa sua,
io ho una "casetta" abbastanza spaziosa dove quando fummo un po'
più grandi trascorrevamo ogni sera e, "a lume di candela",
parlavamo per ore di come la vita cambiava di luogo in luogo. Parlavamo
di tutto ed era così bello e rilassante che quando passava il quindici
di agosto ed il loro soggiorno terminava, diventavo proprio triste triste
e speravo trascorresse immediatamente un altro anno per poterli rivedere.
Sono stati gli amici con cui mi sono trovata meglio perché sembrava
che loro comprendessero ogni mio pensiero ed io capivo loro. Eravamo in
sette, ma ognuno si voleva bene come se fossimo fratelli.
Ma due anni fa tutto è cambiato: alcuni venivano dalle mie parti già con degli amici e dunque non si univano più tanto a noi; altri non venivano affatto e non rispondevano più alle lettere che gli mandavo e se poi per caso tornavano si vergognavano di non essersi più fatti sentire e ci evitavano e così via.
Quest'anno invece, al contrario delle mie aspettative, tutta la compagnia si è riunita, con l'aggiunta di qualche elemento. E' stato molto più bello degli anni precedenti, forse perché la nostra vita era un po' cambiata e parlavamo di argomenti più interessanti. Ci sentiamo molto spesso anche al telefono, oltre che mandandoci lettere, e tutto ciò mi riempie di gioia perché "ci siamo ritrovati".
Alla fin fine è importante conoscere persone lontane dalla tua vita e dal tuo mondo, così almeno riesci a capire come funziona la vita altrove e questo ti fa aprire gli occhi su molte cose a cui magari non avresti mai pensato.
Pio de Mortenera