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Non so dire se l'incontro con Cesarina, dopo tanti anni, sia
spiacevole o prevedibile. Di certo è un incontro molto particolare,
perché Cesarina è una donna di circa 75 anni amica di mia
nonna ed abita poco distante da casa. Mi conosce da circa tredici anni,
mi ha visto muovere i primi passi, dire le prime parole, tirare i primi
calci al pallone proprio dove si affacciano le finestre della cucina.
Finestra della sua cucina
Lei è spessissimo alla finestra ovest,
da dove può controllare chi sta entrando nel paese in automobile
o a piedi proprio perché lì sotto c'è la strada maggiormente
frequentata. Se non si vede Cesarina di sicuro si notano movimenti, ondulazioni
delle tende, a volte frettolose a volte lente
È segno che Cesarina
vuole sapere chi va e viene dalla strada, chi riceve visite, chi apre la
porta ai venditori ambulanti.
Cesarina cammina lentamente, zoppicando. Ha problemi di tipo ortopedico
e si sorregge con un bastone. Questo suo modo di tentennare, di spezzare
il passo, lo ritrovo anche nel tono di voce. Non pronuncia l'intera frase
se non interrompendola con un: "ma va'", con un "ehi, ehi
!" o quasi sempre concludendo la frase con "beh, beh
".
Io sono il suo personaggio preferito per iniziare una conversazione. Posso
incontrarla direttamente e di certo sono trattenuto per dieci minuti con
mille domande: "Come stai? Cosa fai a scuola? Che dicono "nel
Bolzano"? La mamma è in casa?"
Cerco di essere educato e rispondo nel miglior modo possibile alzando la
voce perché possa sentirmi, anche se mi vergogno un po' perché
tante persone possono sentire ciò che racconto.
Questo atteggiamento di rispetto vale per la prima volta che la incontro.
Perché a breve la incontro ancora o mi chiama e nuovamente mi sottopone
ad un interrogatorio. Stesse domande a cui rispondo con
pazienza.
Nel pomeriggio può incontrarmi più volte e più volte
fermandosi con me e continuando ad interessarsi della mia vita, del mio
stato di salute
Cerco di risponderle mentre cammino ma lei mi insegue faticosamente e per
sollevarla da questa rincorsa chiudo dicendo: "Ora vado; ci vediamo
poi." Quando penso di non incontrarla più, la ritrovo a casa
della nonna. Io vado spesso da mia nonna per assicurarmi che stia bene o
per chiederle se ha bisogno di me. Mi incontra sempre con gioia e raramente
ammette di avermi visto da poco
A volte, quando ero più piccolo,
mi infastidiva e, per evitarla, progettavo dei veri e propri piani di fuga.
Ora capisco che è anziana e magari ha bisogno di parlare con qualcuno.
Certo che la permanenza a Bolzano per studiare mi ha "salvato"
dagli incontri giornalieri con Cesarina.
Quelli di fine settimana? Continuano, eccome!
Mastro Geppetto