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Ogni anno, verso l'inizio di giugno, io comincio a stressare i miei genitori
sull'argomento "vacanze".
Non che io brami di andare alla Maldive (tanto so che non ci andremo mai),
però i posti tipo Rimini non mi attraggono molto: c'è troppa
gente e poi il mare non è un granché e io per queste cose sono
piuttosto schizzinosa.
Alla vista di un'alga esco subito dall'acqua!!
Solitamente andiamo in Puglia o in Calabria, vicino a Tropea.
Sta di fatto, comunque, che nella mia famiglia si viene a conoscenza del luogo
di villeggiatura circa quattro giorni prima di andarci.
Per non parlare poi dei preparativi. Per prima cosa si deve pulire la casa
da cima a fondo, ciò significa che non ho il permesso di uscire il
pomeriggio perché devo passare l'aspirapolvere.
E' snervante pulire tutto (a me tocca sempre spolverare) e poi non ne capisco
il motivo: perché pulire se poi quando torniamo è di nuovo sporco?
Le valigie le preparo, sotto il vigile sguardo di mia madre, alle dieci di
sera del giorno precedente la partenza.
Inizio sempre con il tirare fuori dall'armadio pantaloncini e magliette a
bizzeffe, poi ci penso su e incomincio a scartare alcune cose: alla fine mi
ritrovo con quattro vestiti striminziti.
La cosa che mi irrita di più è la partenza vera e propria; se
è fissata per le otto, si parte alle dieci.
Mio fratello ed io, ansiosi di partire, andiamo alla macchina; passano i minuti
e intanto la voglia cresce a dismisura.
Dopo un tempo interminabile, si sale tutti in macchina, ma non crediate che
si vada in autostrada: si va in ufficio da papà a controllare che tutto
sia a posto e a prendere i soldi.
Quando finalmente entriamo in autostrada sono al settimo cielo, ma all'altezza
di Trento sono già stufa marcia e non so più cosa fare.
Verso sera arrivo stremata al campeggio: con un ultimo sforzo disfo la valigia,
getto un'occhiata al bungalow e mi fiondo nel letto sognando che, fra tre
settimane, il tutto si ripeterà inesorabilmente!!
Madda