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Piove, piove. Non fa altro che piovere da tre giorni a questa
parte. In cielo solo nuvoloni grigi che incutono timore. I pomeriggi si
passano in casa; fuori fa freddo, i campi di calcio sono tutti bagnati e
le attività sportive, o ludiche, all'aperto, sono tutte, di conseguenza,
sospese. I fiumi s'ingrossano, le strade sono dei laghi, ogni singola buca
è riempita dall'acqua. Andare in bici è rischioso, ma il traffico
raddoppia quando piove.
Piove, piove. Domani partiamo per Cauria, ma piove! E non accenna a dare
tregua.
Gli uccelli volano radenti al suolo, segno che il tempo non cambia.
Per Cauria si erano programmate gite, partite di calcio, ed altre attività,
ma piove!
L'aria si rinfresca, certo, la città si pulisce, ne sono più
che convinto, ma noi, cosa si fa? Giocare col computer è divertente
fino ad un certo punto, alla tv i programmi sono più noiosi che mai.
E allora è adesso che si riscopre il calore della casa, della famiglia
unita: è l'occasione per stare di più insieme.
Si può preparare una torta, per esempio, oppure parlare, giocare,
persino studiare, ma insieme, non da soli!
Ci si aiuta l'un l'altro e allora non si rimpiangono più le partite
di calcio perse o le uscite con gli amici.
Piove, piove. Ma a noi non interessa, perché abbiamo una famiglia,
una casa.
E allora pensiamo a quella gente che la casa e la famiglia non le ha, alle
persone fallite, che dalla vita hanno solo subito sconfitte e ci ritorna
il desiderio d'una calda giornata di primavera.
Piove, piove.
Aladino Ararea