Gli spazi rurali tradizionali
di Elisabetta Mosca, Anika Nicolussi e Barbara Napione
La tecnica del taglia e brucia è la forma più primitiva di sfruttamento agrario e viene utilizzata per sistemi culturali estensivi. I contadini dissodano un'area di foresta o di savana bruciando la vegetazione ed in seguito piantano miglio, sorgo e vari tipi di tuberi. Queste aree vengono abbandonate per due o tre anni e lasciate a maggese per circa 20 anni, tanto che il suolo può ricostituirsi. Nei deserti del Sahara fino all'Asia centrale l'unica forma di sfruttamento agricolo e quello nomade che comporta l'attraversamento di territori enormi. I nomadi vivono in piccoli gruppi quasi del tutto autosufficienti.
Nelle zone secche tropicali l'organizzazione dello spazio agricolo avviene in settori concentrici attorno ai villaggi. La prima cultura è dedicata alla coltivazione di legumi e frutta e viene coltivata dalle donne. La seconda coltura e dedicata ai cereali. Il basso prezzo delle esportazioni di arachidi, caffè, cotone e cacao provocano un forte esodo rurale.
Le regioni aride hanno una cultura irrigua in spazi discontinui. L'oasi è una macchia verde nel deserto e si può ingrandire se viene dotata di un pozzo. All'ombra degli alberi situati nelle oasi troviamo legumi e cereali. I redditi modesti prodotti da queste tecniche spingono i giovani a dedicarsi all'agricoltura solo negli intervalli tra i periodi dei lavori in città.
Nelle grandi pianure dell'Egitto e del medio oriente l'agricoltura è meno intensiva a causa della scarsa densità di popolazione, ma più moderna grazie alle opere d'irrigazione, realizzazione di dighe, estensione della rete dei canali e grazie al pompaggio elettrico dell'acqua. I sistemi agricoli lungo il Nilo assomigliano invece alle oasi. Lungo il fiume Indo invece si pratica una rotazione agricola di tipo triennale. In Uzbekistan hanno creato immense aziende collettive, dove si pratica la monocoltura del cotone.
Nell'Asia monsonica il riso può crescere solo in uno strato d'acqua il cui livello cresce contemporaneamente alle piante. I luoghi più adatti per le risaie sono le pianure, ma il riso può essere coltivato anche su terrazzi. Per lasciare il massimo spazio alle risaie che sfamano moltissime persone i villaggi si raccolgono sulle dighe.
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