Una gita al Lech da Lagustel

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Era un giovedì quando decidemmo di ritrovarci alle ore 8.00 davanti alla chiesa di Ortisei, destinazione "Lech da Lagustel". Ci aspettava una giornata piacevole, ma anche molto faticosa. Il nostro umore era alle stelle, perchè tutti noi pensavamo al test della maestra Siglinde che era saltato. Eravamo tutti molto emozionati ed anche molto felici. Il tempo non era bellissimo, ma secondo noi era ottimo per fare una gita simile, ed era forse anche il bel tempo che influenzava.

Con le macchine dei maestri Vito e Betty arrivammo all'albergo Somont alle ore 8.30, dopo di che il maestro ci assegnò i vari incarichi per le osservazioni. Quindi ci incamminammo. Salendo avvistammo su un pascolo sei caprioli che appena ci videro scapparono a grandi balzi nei loro rifugi nel bosco. Da lì a poco saremmo arrivati all'antica chiesa di S. Giacomo; vi giungemmo infatti alle ore 8.45.

Sul lato sud dell'edificio osservammo attentamente le pitture dei due castelli Stetteneck e Ciastel da Lagustel commissionati in un tempo remoto da un conte. Poco dopo lasciammo la chiesa di S. Giacomo per addentrarci nel fitto bosco. Sugli alberi le piccole gocce di rugiada sembravano piccole perle lucenti. Alcuni alunni avvistarono subito un taglio nella corteccia di un albero. L'insegnante disse: "Credo che sia stato il picchio." Intanto Luca si illudeva, che ogni sasso che a lui pareva bello fosse una pietra mediovale, ma evidentemente non lo era. Dopo circa dieci minuti giungemmo al maso "Peza" che era uno dei più vecchi di Ortisei. Da lì si poteva sollevare lo sguardo sul Sassolungo che, bianco di neve, contrastava con il verde del prato.

C'era un'atmosfera di tranquillità e serenità. Sui prati tappeti di erica. Poco dopo ci inoltrammo nell'umido bosco di pini. Il maestro disse: "La stagione è in ritardo di due o tre settimane a causa delle nevicate d'aprile." Intanto noi osservavamo la natura, la stessa che vedevano i viandanti molti, molti secoli fa dal Troi Paian che, si dice, un tempo portava al laghetto. Il Troi Paian incrocia la stradina che noi percorremmo. Dopo circa dieci minuti di viaggio avvistammo ai lati del sentiero lo scheletro di un povero capriolo probabilmente sbranato da una volpe affamata e accanto, la pelliccia dell'animale morto. Ma Luca, curioso come era, trovò subito un guscio di uovo d'uccello. Non sapevamo esattamente di che uccello fosse e gli intrepidi Luca e Elena cercando, cercando e cercando, cosa trovarono? Dei cristalli di Dolomite. Poco più avanti avvistammo varie chiazze di neve in una delle quali trovammo delle impronte di capriolo. Finalmente dopo una quindicina di minuti arrivammo al laghetto.

Quando fummo in cima alla salita sembravamo dei "pellirosse". Tutti avevamo grande fretta di iniziare a osservare sia il biotopo che gli animali acquatici dei quali l'insegnante ci aveva tanto parlato in classe. Infatti in poco tempo catturammo un tritone. Subito dopo il maestro gridò: "Guardate un picchio muratore." La maestra Betty, Marlies, Hannes ed io accorremmo subito, ma ormai s'era nascosto. Poi Marlies, Hannes ed io giocammo a palle di neve con la maestra. Quindi giocammo a bagnarci con l'acqua del lago e in poco tempo eravamo fradici. Intanto le ragazze cercavano fiori. Gli insegnanti ci spiegarono come si può proteggere un ambiente acquatico.

Infine cantammo. Dopo una ripida discesa alle ore 14.30 arrivammo all'albergo Somont e da lí con la macchina giungemmo di nuovo in paese. Non dimenticheró mai quel giorno, perchè è stato memorabile.

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